2011年10月6日星期四

Il padre: "Amanda trattata come il Mostro di Firenze"

L’accusa: l’hanno picchiata e spinta a confessare quello che volevano loro PAOLO MASTROLILLI Le tattiche usate dai procuratori e dalla polizia contro Amanda sono simili a quelle adoperate contro il Mostro di Firenze». Sono pesanti le accuse che lancia Kurt Knox, il giorno dopo aver riportato la figlia a casa: «Credo che volessero un colpevole a tutti i costi, per salvare Perugia Moncler Hommedal disastro finanziario che avrebbe potuto seguire un omicidio così drammatico. Perciò hanno usato anche la violenza contro Amanda, che ricorda la notte del primo interrogatorio come l’evento più terrificante della sua vita». Martedì sera i Knox sono tornati a Seattle via Londra, e hanno trovato un esercito di giornalisti ad aspettarli. In principio, Amanda ha trovato la forza di scherzare: «Mi hanno ricordato di parlere in inglese. Ormai ho problemi a farlo». Poi però è stata travolta: «Guardavo dal finestrino dell’aereo, e tutto mi sembrava surreale». La voce si è rotta presto nel pianto: «Sono sopraffatta dall’emozione. Vi ringrazio per il sostegno. Ora però voglio stare con la mia famiglia, che è la cosa più importante». Seguita dall’elicottero di una tv che la pedinava, è riuscita a far perdere le sue tracce: non è andata né a casa della madre, una villetta gialla su due piani dove abitava, né in quella del padre. Un’amica di famiglia, Susan Rosales, spiega che ci sono anche ragioni di sicurezza: «Qui a Seattle esiste il gruppo dei “guilters”, che la considerano colpevole e hanno molestato molti suoi difensori». Ma la nonna Elisabeth ci porta dietro le quinte della prima serata di Amanda a Seattle: «Siamo andati in una residenza privata offerta da amici. I parenti, due nipotini che avevano solo un anno quando lei era stata arrestata, e qualche collega del college. Abbiamo mangiato pizza e chiacchierato». Amanda ha ricordato gli ultimi istanti passati in prigione: «Ci ha raccontato che per i detenuti che escono ci sono alcuni rituali da seguire: bisogna spezzare lo spazzolino da denti e buttarlo, per simboleggiare l’addio al carcere, e uscire dalla porta strisciando il piede destro in avanti, per augurare ai colleghi accusati ingiustamente di essere liberati». Poi ha parlato un po’ dei piani futuri, prima di crollare a dormire: «Vuole tornare all’università, questo è sicuro, e forse scrivere un libro». La mattina dopo è il padre Kurt che accoglie i giornalisti sul patio di casa, e si lascia andare ad un duro sfogo: «La storia qui non è Amanda che odia l’Italia. Il contrario. Lei ama il vostro paese, la vostra cultura, la lingua, la stragrande maggioranza delle persone è stata meravigliosa. Ha detto che prima o poi tornerà. Il problema non è neppure il sistema giudiziario italiano, che ha funzionato come doveva. Ci sono voluti due anni per avere la perizia forensica Moncler Pas Cherindipendente, ma poi è arrivata l’assoluzione con formula piena per non aver commesso il fatto, che spero tolga una nuvola nera dal futuro di Amanda. Quello che non accetto è il comportamento dei procuratori e dei media che, assecondando il progetto dell’accusa di distruggere l’immagine di Amanda, si sono resi strumenti dei giudici. Solo dopo la condanna ci hanno permesso di spiegare che persona fosse nella realtà». Kurt è uscito di casa in maglietta e jeans, giusto per educazione nei confronti dei giornalisti che bussavano. Ma una volta fuori parla per quasi un’ora. «Amanda non ha mentito, quando ha accusato Lumumba. Le avevano chiesto di immaginare cosa poteva essere successo quella notte, e lei li ha assecondati. Poi i procuratori hanno trasformato quella storia di fantasia in una dichiarazione giurata». Ha subito anche violenze, secondo Kurt: «È stata colpita da dietro alla testa, e anche il giudica ha ammesso che forse qualcuno potrebbe averla sfiorata col gomito. Un esperto mi ha detto che hanno usato le stesse tattiche investigative adoperate col Mostro di Firenze. Amanda era chiusa in una stanza, Raffaele in un’altra. Qualunque cosa dicessero, all’altro venivano riportate accuse infamanti, nella speranza di farlo confessare. La minacciavano: non vedrai mai più i tuoi genitori, firma qui che è meglio. Sono tecniche standard, ma io ho parlato con gente dell’Fbi che mi ha spiegato che si usano solo quando vuoi costringere qualcuno a confessare qualunque cosa, non quando vuoi la verità». Se Amanda ha commesso un errore, è stato quello di essere ingenua: «Aveva vent’anni, era molto naive. Pensava che tutte le persone fossero buone e noi le avevamo insegnato la responsabilità civica, aiutare le forze dell’ordine. Dopo l’omicidio le avevamo chiesto se voleva andare via dall’Italia, ma ha risposto che preferiva restare per aiutare gli investigatori. Il suo comportamento li ha insospettiti, il fatto che non piangesse come le altre ragazze inglesi sentite. Ma ognuno reagisce ai traumi in maniera diversa, e lei aveva già pianto perché aveva saputo prima delle altre la notizia». Oltre a rivedere l’Italia, Amanda rivedrà anche Raffaele: «Lo abbiamo inviato a Seattle. Per ora non si sono parlati, ma credo che verrà». Kurt non esclude di cercare uno psicologo per assistere la figlia: «La mia preoccupazione, più che le reazioni emotive di oggi, sono i danni di lungo termine che il carcere potrebbe aver provocato». E poi bisognerà trovare i soldi, per andare avanti: «Sul piano finanziario, questa vicenda è stata devastante: abbiamo debiti in sette cifre, milioni di dollari, e rischiamo di perdere la casa». Dice di non aver ancora discusso accordi milionari per la prima intervista, un libro o un film, ma non lo esclude: «Siamo in una situazione difficile. Il primo obiettivo, però, è tornare alla normalità». Amanda, per esempio, si è commossa quando ha visto la pioggia, che sta a Seattle comeMoncler Pas Cher la nebbia a Milano: «Ripartiamo dalle piccole cose negate, tipo camminare a piedi nudi sull’erba. Nello stato di Washington ventuno anni sono una soglia importante della vita. Sono anche il momento in cui puoi entrare legalmente in un bar, cosa che dimostra perché mia figlia non poteva essere una selvaggia “party girl”. Amanda li ha compiuti in carcere, ora vorrei celebrarli con lei e farmi comprare un drink».

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